STORIA

DONNE ARCAICHE

In un cortile tipico delle case popolari possiamo assistere a quello che si può definire il colloquio abituale delle massaie - sora Maria, come lo fai il sugo oggi e che ce metti? -.

Il Mediterraneo è stato paragonato ad un cortile dove le massaie (le varie civiltà) si scambiavano notizie, tecniche e le informazioni vitali.

E' qui che la civiltà egizia, poi quella greca e a seguire tutte le altre, si sono scambiate le informazioni per lo sviluppo delle civiltà mediterranee.

Con la nascita di Roma e dell’Impero romano il cortile è diventato il Mare Nostrum, il cui padrone ha messo la sua conoscenza a disposizione delle altre civiltà.

C’è stato uno scambio in generale, però, ogni civiltà ha mantenuto i propri principi e sistemi interni di vita.

In questo contesto andrei ad analizare la posizione della donna in quei periodi iniziando dai tempi arcaici fino ad arrivare alla donna imperiale.

La società che va dal 7000 al 3500 a.C. ha una forma culturale che si avvicina di molto al tipo matriarcale e le sue forme religiose e iconografiche rappresentano la Grande Dea.

Religione femminile che ha nell’immagine della dea la sua rappresentazione essendo una divinità che protegge e organizza la vita.

La donna in questa società ha un ruolo primario, essa è sacerdotessa, capo popolo e soprattutto è colei che attraverso il parto da la vita.

Dal 4000 al 2800 a.C. assistiamo all'ingresso in Europa prima, nel Mediterraneo poi, di una forma culturale patriarcale chiamata Kurgan.

I Kurgan provengono dall’Asia, sono degli allevatori di cavalli ed anche costruttori di armi mortali, lentamente si impongono cancellando i vecchi canoni conosciuti e imponendo i nuovi.

La Grande Dea non scompare del tutto dalla civiltà Mediterranea. La ritroviamo nella dea egiza Iside e nelle varie figure Latine e romane fino ad arrivare alla cultura Cristiana con la presenza della figura della Madonna.

Una figura che ricorda la Grande dea è la romana Mater Matuna, la dea del Mattino e dell'Aurora potrettrice delle nascite e delle cose. Il suo tempio a Roma era nell'area sacra di Sant'Omobono nel foro Boario.

Simile alla Grande dea è Ferronia il cui santuario si trova presso Capena, il Lucus Feroniae, è protrettrice dei boschi (lucus=bosco) e delle messi, dei malati e dei liberti.

I liberti erano gli schiavi che per grazia ricevuta dai propri padroni passavano dallo stato sociale di schiavo a quello di liberto (libero).

Altri luoghi ad essa dedicati figurano: Trebula Matuesca (Monteleone Sabino), Terracina, Palestrina e tutto il territorio intorno al Monte Soratte.

Simile è anche la Bona Dea o Fauna perchè moglie di Fauno, ella fa ricevere agli uomini tutti i beni della vita e predica alle donne il futuro.

Il tempio della Bona Dea si trovava nei pressi dell'Aventino non molto lontano dall'Area Sacra di Ercole (oggi Santa Maria in Cosmedin).

(continua...)

Carox


STORIA del ROCK’n’ROLL

Sul finire degli anni ’40 e l’inizio dei ’50 del secolo scorso nel campo della musica cosiddetta ‘pop’ ovvero popolare, si riscontrò una vera e propria rivoluzione con l’avvento del Rock and Roll.

Si disse che questo termine l’avrebbe inventato un DJ americano, Alan Freed. In realtà moti anni prima era stato utilizzato in alcune canzoni ed il suo significato è multiplo cioè riguardante la musica da ballo ma anche tutto l’ambito dell’emergente rivoluzione sessuale a partire dagli States.

Nel 1938 Benny Goodman aveva tenuto un concerto alla Carnegie Hall di New York, il tempio della musica con la ‘M’ maiuscola ed il successo fu clamoroso decretando lo Swing” come genere musicale della nazione.

Questo genere musicale aveva avuto origine ben prima di quel fatidico 1938 ma quel concerto ne stigmatizzò il valore.

Durante il lungo periodo della II° Guerra Mondiale ci fu un blocco totale per le incisioni su disco e circolarono per lo più i V-Disc, cioè i dischi della vittoria. Avrebbero dovuto distruggere le matrici di quelle incisioni ma per fortuna ancora oggi abbiamo la possibilità di ascoltarle quasi in toto. C’erano le grandi orchestre Jazz di Duke Ellington, Count Basie, Harry James e tanti altri così come si potevano ascoltare le voci di Frank Sinatra, Perry Como e molti degli altri artisti sulla cresta dell’onda di quegli anni. Il genere Swing la faceva da padrone in ogni trasmissione radiofonica ed in ogni concerto che si riusciva a tenere in quei complicati e difficilissimi anni.

Qualcosa però non soddisfaceva gli artisti più progressisti e si iniziò a modificare l’approccio musicale piano piano .

A quei tempi i dischi erano realizzati in gommalacca e giravano a 78 giri al minuto finché la Columbia Records nel 1948 mise sul mercato dischi più leggeri a 33 giri al minuto realizzati in vinile.

L’anno successivo fu la volta della RCA Victor a realizzare un formato più piccolo che si ascoltava a 45 giri al minuto, molto meno costoso, più maneggevole e quasi infrangibile. Furono realizzati i primi giradischi, di semplice utilizzo tanto da poter essere ospitati in ogni casa. L’impulso che si ebbe con queste nuove tecnologie, fece crescere in alto i bilanci delle case discografiche tanto che quelle indipendenti spuntarono come i funghi.

In quegli anni si era determinato il fatto che i giovani cominciavano ad avere un po’ di soldi in tasca, da spendere a proprio piacimento senza dover rendere conto a nessuno di quegli acquisti. I loro gusti stavano diventando autonomi e non più determinati da quelli dei loro genitori come accadeva nel passato. I giovani cominciarono a poter scegliere quel che a loro piaceva. Ci si trovò dinanzi a cambiamenti ‘auto-diretti’ e non più ’etero-diretti’ come precedentemente accadeva.

Esisteva ancora una netta divisione tra artisti di colore ai quali erano riservati i ‘race records’ difficilmente diffusi nelle radio locali.

Nell’immediato dopo-guerra alcuni musicisti avevano dato forza al movimento chiamato ‘shouters’ cioè urlatori guidati da Illinois Jacquette e, il vocalist di Cont Basie, Jimmy Rushing, trovò in questo genere la sua propria strada. Si misero in mostra artisti come Charles Brown, Wynone Jackins, Louis Jordan e tanti altri, dando luce e forma ad ibridi che furono le basi, le fondamenta del futuro Rock and Roll.

Sembra un paradosso ma i primi artisti che modellarono il futuro genere musicale che divenne addirittura un movimento sociale e culturale, furono quasi tutti uomini di colore, provenienti dagli stati del sud degli U.S.A.

Il successo arrivò con artisti bianchi e, a far da cornice musicale ad una pellicola dal titolo originale ‘The blackboard jungle’ (La giungla di lavagna) da noi distribuito come ‘Il seme della violenza’ ci fu quel ‘Rock around the clock’ eseguito da un non più giovanissimo Bill Haley a mettere i binari sulle traversine del Rock and Roll. Era il 1954.

Fin dal 1953 Elvis Aaron Presley aveva iniziato ad incidere delle ‘demo’ per una label indipendente di Memphis, La SUN Record di Sam Phillips.

Fino ad allora questa etichetta discografica aveva dato spazio ad artisti di Blues e Phillips stava cercando un bianco con la voce da nero.

Dopo le prime prove su disco molto vicine al genere Country, Presley fu affiancato da Scotty Moore (gt) e Bill Black (cb) e crearono insieme quel ‘sound’ che era scaturito dal Boogie Woogie, dal Rhythm and blues, l’Hillybilly, il Country con qualcosa di Folk: era nato il Rock and Roll.

Le etichette indipendenti spuntarono come i funghi anche per la facilità di utilizzare il nuovo formato a 45 giri adattissimo per i Juke-Box.

Questo nuovo modo di fare musica cominciò a prendere corpo in tutti gli States con il contributo anche diverso dei vari artisti che lo forgiarono. Comprendeva temi molto ritmati ed anche brani lenti che vennero identificati con un’onomatopea derivata dal coretto vocale: il ‘Doo.wap’.

A questo genere si possono includere The Platters.

Prima dell’esplosione degli artisti bianchi, ce ne sono stati tanti altri e quasi tutti di colore; alcuni sono stati delle meteore, altri hanno contribuito a rendere questo genere musicale un mito: Antoine “Fats” Domino e Lloyd Price da New Orleans; Billy Ward and His Dominoes con dei vocalist del calibro di Clyde McPhatter, Jackie Wilson, Ben E King.

Questa band poi assunse il nome di The Drifters.

Non possiamo dimenticare personaggi come Faye Adams con la sua ‘Shake a hand’; Johnny Ace che morì giocando alla roulette russa, di cui ricordiamo un postumo: ‘Pledging my love (Forever my darling)’; Charles ‘Chuck’ Berry e la sua ‘Johnny be goode’; ‘Little’ Rchard (Penniman) e il suo grande hit ‘Tutti frutti’ ed ancora un elenco di artisti di grande valore.

Il periodo d’oro di questo genere può essere datato tra il 1956-57 ed il 1960-62. Poi arrivarono The Beatles.


Maurizio Bonardo